lunedì 6 agosto 2012

Soppalco

Una volta nella piazza del mio paese fu organizzato uno spettacolo di bambini prodigio. Vi erano piccoli musicisti, ballerini, giocolieri, cantanti e quant'altro possa intrattenere compaesani e inorgoglire genitori.
Ad un certo punto della serata salì sul palco un bambino con la disperazione sul volto e le lacrime agli occhi, che strillava di aver perso la sua mamma. Gli spettatori, credendo si trattasse di un comico infante cominciarono a ridere ed applaudire al falso sketch, producendo un fragore superiore agli strilli angoscianti del bimbo. Quando la povera creatura se la fece nei pantaloni dal terrore, partì la più alta ovazione della serata.
Io non so che fine abbia fatto quel bambino, ma da quell'avvenimento ho imparato alcune cose:
- quando sei di fronte alla pubblica piazza spogliati della tua identità, sarà essa a dartene una nuova;
- ci sono genitori così irresponsabili da non avere il diritto di insegnare alcunché ai propri figli;
- le gag sui bisogni corporali sono sempre le più apprezzate;
- nelle feste di paese la sicurezza lascia alquanto a desiderare;
- l'individuo in mezzo alla massa perde la capacità di esprimere un giudizio proprio.

Sicuramente avrei potuto trarre decine di altre morali da quella esperienza, ma ero troppo impegnato a ridere assieme al resto del pubblico.

sabato 4 agosto 2012

Colpo di fulmine

Ciao.
Lo so che non ci conosciamo e sicuramente sei sul punto di dartela a gambe, ma ti chiedo di fermarti solo un minuto per ascoltare quanto ho da dire, seppur nemmeno io sappia cosa uscirà fuori dalla mia bocca.
Ti ho vista e ho reagito d'impulso: i nostri occhi si sono incrociati, il respiro mi si è bloccato in petto, il cuore ha cominciato a pompare più forte mandando così tanto sangue al cervello che ha cominciato a produrre visioni, mentre i miei piedi si dirigevano verso di te di loro spontanea volontà, come se liberi dalle catene del pensiero conscio.
Io non ho mai creduto nei colpi di fulmine, ma come ho posato gli occhi sul tuo viso la vita mi è passata avanti in un lampo. Tutta la vita futura. Tutto ciò che può accaderci dopo questo nostro primo fortuito incontro.
Ti giuro che non mi è mai capitato prima d'ora.
Ti sembrerà una piccola cosa, forse ridicola, ma per me è già una delle cose più importanti avvenutemi. È così perché viviamo in una società da cui non c'è una via di fuga, dove siamo in tanti, camminiamo come automi circondati da persone verso le quali non proviamo alcun interesse, tanto meno tentiamo di conoscerle per condividere pensieri e sapere quale motivo le ha spinte ad alzarsi questa mattina arrivando così alla curiosa coincidenza di averci incrociati per strada.
Ed invece le odiamo per questo motivo, proprio perché occupano il nostro spazio e respirano la nostra stessa aria, ci passano accanto indifferenti, esattamente come facciamo noi. Sono la nostra immagine speculare che non riusciamo ad accettare per quei piccoli difetti che in realtà sono solo nostri e ci portiamo dietro da quando siamo nati.
Una volta lontani dallo specchio nostro nemico diventano loro gli avversari, i portatori di quei difetti che abbiamo lasciato a casa sull'immagine riflessa, e noi li puniamo con l'indifferenza.
Ma in questa società io...adesso...grazie a te...voglio credere che un mondo nuovo sia possibile, e se questo è troppo allora mi accontento di credere che perlomeno qualcosa di insolito, casuale ma bellissimo possa ancora avvenire. Una piccola molecola capace di ribellarsi alle leggi del sistema per farlo implodere.
Noi siamo quella piccola molecola, quella scintilla, quella scheggia impazzita.
A dimostrarlo è il fatto che tu sia ancora qui ad ascoltarmi mentre improvviso parole che non comprendo da dove escano.
Ma sono certo che queste parole sono mie, lo sono sempre state, forse non le sto creando dal nulla ma le ho invece sempre covate dentro me ed adesso è giunto il momento di liberarle permettendogli di prendere il volo per posarsi sui tuoi rami.
È per questo che continuo a guardarti negli occhi.
Per questo prendo le tue mani e le stringo tra le mie.
Per questo ti dico che è giunto il momento di dare vita a qualcosa che darà un senso alle nostre fragili e casuali esistenze:
Io e te dobbiamo fare un film porno.