domenica 23 gennaio 2011

Questo non l'ha scritto Fabio Volo

Mi farebbero comodo ogni tanto 5 minuti di serietà.
Il problema è che temo di pretendere troppo dal sottoscritto. Io un discorso serio con me stesso non riesco a farlo, e per questo mi devo immaginare perennemente impegnato con un conversatore immaginario che mi ascolta restando muto, a volte risponde ciò che io decido debba essere la sua risposta per poter così proseguire la discussione, che di fatto è però un monologo. Così finisco per parlare nella mia mente con un pubblico, solitamente composto da un solo spettatore, segno che il mio spettacolo non vende e quindi non ci saranno repliche.
E finisce che il mio monologo vola via, perso per sempre, come le briciole sbatture al vento quando si scuote la tovaglia.
Puf, perso per sempre.
Posso giusto sperare che i passerotti becchino le mie parole e diano loro un significato. Ma saranno solo miseri spezzoni senza contesto, infatti diverranno cacchette di passerotti.
Il contesto è fondamentale, per qualsiasi cosa. Cazzo.
In questo caso la parola "Cazzo" è un rafforzativo, e io trovo che stia bene in questo contesto, e sono certo che converrete con me.
Ma facciamo un esempio dell'importanza del contesto in cui inseriamo la frase.
Prendiamone una breve e d'impatto: "Aspetto un bambino".
Cosa vi è venuto in mente leggendo questa frase?
Io sono quasi sicuro che avete subito pensato ad una madre felice che annuncia alla sua migliore amica oppure al compagno l'arrivo di un nascituro, un bebè che presto allieterà l'atmosfera del nido d'amore della coppia.
O almeno credo questo sia il pensiero suscitato ai più, i cinici e pessimisti possono immaginare una sciagurata fanciulla messa incinta da un delinquente che annuncia il lieto-una-sega evento al padre, il quale la riempierà di botte dopo l'annuncio.
E pure questi sono due contesti diversi.
Possiamo pure immaginare la stessa madre (una a piacere vostro nei due esempi, è diventata una storia a bivi) 15 anni dopo con l'auto parcheggiata in seconda fila di fronte alla scuola che spiega al vigile il motivo della sua sosta. Seguiranno insulti e bestemmie.
Oppure possiamo affibbiarla ad un altro soggetto, un pedofilo logorroico che si fa sfuggire il motivo per cui si trova sospettamente fermo in un vicolo. Anche in questo caso seguiranno insulti e bestemmie, oltre che un arresto e numerose legnate.
Sbizzaritevi pure ad immaginare altri contesti per questa breve frase. Oppure non fatelo. È già molto se state leggendo questo post.
Abbiamo capito quanto sia importante il contesto per le frasi. Di riflesso è sottinteso quanto sia stupido condividere frasi di Fabio Volo su Facebook.
Ditelo con parole vostre piuttosto, tanto qualcuno avrà già espresso quel pensiero, ma almeno la frase da voi prodotta appartiene ad un contesto che è solo vostro, insito nella vostra mente ovvero il magnifico mondo nel quale nessuno può entrare.
E se volete condividerlo, cercare di essere selettivi. Non tutti meritano un pezzo di voi.
Oppure condividetelo con tutti, ma preparatevi a domande idiote e ad interpretazioni errate. E anche a qualche stupido e fottuto clichè del tipo "Capitan Ovvio".
L'importante è che venga trascritto, perchè una traccia di quello che siete adesso vi rimanga, così che un giorno rileggendola possiate esclamare "Ma quanto ero coglione" oppure "Un tempo ero migliore di adesso". L'effetto è positivo in entrambi i casi perchè crea una reazione. È il passato che smuove il presente per creare il futuro.

Oppure non fatelo: io per buttare giù queste poche righe ho perso i miei 5 minuti di serietà in cui potevo condividere aforismi di Fabio Volo. Cazzo.


mercoledì 12 gennaio 2011

La focaccia

Le foche non hanno la pelliccia, vogliono farcelo credere.
Per meglio dire ce l'hanno, ma è indossabile. Esse sono d'accordo con gli stilisti italiani che forniscono loro capi d'abbigliamento, solo pellicce sintetiche, o di altri animali, tanto cazzo gli frega a loro.
Le foche pertanto si fanno ritrarre da National Geographic con le pellicce facendo credere al mondo intero, eccetto gli stilisti italiani con cui sono in combutta, di essere impellicciate perchè la natura ha voluto così, quando invece alla natura non è mai fregato niente di dare loro una pelliccia e le foche stesse non hanno nemmeno pensato di evolversi per adattarsi al loro freddo habitat, per dare vita al criminoso giro d'affari che sto spiegando. Le foche hanno preso per il naso pure Darwin.
Ma queste piccole bastarde cosa ci guadagnano? Ebbene, sono in combutta pure con i bracconieri, ai quali forniscono le loro pellicce che tornano così agli stilisti italiani, che rilanciano nelle sfilate di moda lepelliccedifocachedifocanonsonoinquantolefochenonhannopellicciaperchèlanaturahadecisocosìeDarwinèunbabbeo.
Questro triumvirato foche-bracconieri-stilisti dà vita ad un giro di affari in cui tutti i membri hanno un visibile guadagno, e nonostante sia tutto chiaramente illegale è tutto documentato da National Geographic.
E noi abitanti del villaggio globale che non vediamo oltre un palmo dal nostro prominente naso, ci sentiamo in dovere di salvaguardare queste stronze di foche, ai nostri occhi indifese ed in via di estinzione.
Ma in via di estinzione un cazzo, le foche si trovano alle Isole Cayman a spassarsela coi soldi ottenuti col traffico illecito, mentre a turni alcune selezionate restano nel loro habitat per farsi filmare dai programmi di divulgazione scientifica.
Noi vediamo ciò che vogliono farci vedere.
Le foche, in questo caso.
Possiamo mirare la superficie del vetro e pure toccarla, ma non vediamo tutto ciò che c'è dietro.
E ci sentiamo pure impotenti, in quanto ci è impossibile mollare tutto e partire per fermare il (fittizio) massacro delle piccole tenere foche, ignari che ci prendono per il culo e fanno la bella vita coi nostri soldi.
Ma qualcosa possiamo fare.
Firmare petizioni su Facebook e condividere link per la salvaguardia delle foche.
Pare infatti che ad ogni link raffigurante una foca, un bracconiere viene colpito da orchite. E ciò contribuisce a fermare la caccia alle foche.
Ora però, sapendo che la caccia alle foche in realtà è fittizia, se i link su Facebook funzionassero davvero in questo modo, ad essere danneggiata sarebbe la losca catena d'affari foche-bracconieri-stilisti.
In questo modo, senza saperlo, sconfiggeremo un sistema illegale che si nutre dei nostri soldi. In questo modo credendo di salvare le foche danneggeremmo invece i loro affari, e però se lo meriterebbero visto che ci stanno prendendo per il culo a nostra insaputa.
Il problema è che ferendo un bracconiere con un link, feriamo anche il conto in banca della foca alle Cayman, e anche gli stilisti italiani che fanno affari con foche e bracconieri. Pertanto danneggiamo la moda, un settore fondamentale per la già traballante economia italiana. Ed essendo noi italiani lo prendiamo nel culo a nostra volta.
Quindi combattendo il male credendo che in realtà sia il bene, facendogli del male pensando di fargli del bene, finiamo per fare del male a noi stessi cui vogliamo più bene che a chiunque altro.
È dunque il caso di farci del male solo per sentirci in pace con noi stessi nel secondo in cui clicchiamo su "Condividi"?

Pensateci bene, prima di condividere link o firmare petizioni su Facebook contro la caccia alle foche.