mercoledì 12 gennaio 2011

La focaccia

Le foche non hanno la pelliccia, vogliono farcelo credere.
Per meglio dire ce l'hanno, ma è indossabile. Esse sono d'accordo con gli stilisti italiani che forniscono loro capi d'abbigliamento, solo pellicce sintetiche, o di altri animali, tanto cazzo gli frega a loro.
Le foche pertanto si fanno ritrarre da National Geographic con le pellicce facendo credere al mondo intero, eccetto gli stilisti italiani con cui sono in combutta, di essere impellicciate perchè la natura ha voluto così, quando invece alla natura non è mai fregato niente di dare loro una pelliccia e le foche stesse non hanno nemmeno pensato di evolversi per adattarsi al loro freddo habitat, per dare vita al criminoso giro d'affari che sto spiegando. Le foche hanno preso per il naso pure Darwin.
Ma queste piccole bastarde cosa ci guadagnano? Ebbene, sono in combutta pure con i bracconieri, ai quali forniscono le loro pellicce che tornano così agli stilisti italiani, che rilanciano nelle sfilate di moda lepelliccedifocachedifocanonsonoinquantolefochenonhannopellicciaperchèlanaturahadecisocosìeDarwinèunbabbeo.
Questro triumvirato foche-bracconieri-stilisti dà vita ad un giro di affari in cui tutti i membri hanno un visibile guadagno, e nonostante sia tutto chiaramente illegale è tutto documentato da National Geographic.
E noi abitanti del villaggio globale che non vediamo oltre un palmo dal nostro prominente naso, ci sentiamo in dovere di salvaguardare queste stronze di foche, ai nostri occhi indifese ed in via di estinzione.
Ma in via di estinzione un cazzo, le foche si trovano alle Isole Cayman a spassarsela coi soldi ottenuti col traffico illecito, mentre a turni alcune selezionate restano nel loro habitat per farsi filmare dai programmi di divulgazione scientifica.
Noi vediamo ciò che vogliono farci vedere.
Le foche, in questo caso.
Possiamo mirare la superficie del vetro e pure toccarla, ma non vediamo tutto ciò che c'è dietro.
E ci sentiamo pure impotenti, in quanto ci è impossibile mollare tutto e partire per fermare il (fittizio) massacro delle piccole tenere foche, ignari che ci prendono per il culo e fanno la bella vita coi nostri soldi.
Ma qualcosa possiamo fare.
Firmare petizioni su Facebook e condividere link per la salvaguardia delle foche.
Pare infatti che ad ogni link raffigurante una foca, un bracconiere viene colpito da orchite. E ciò contribuisce a fermare la caccia alle foche.
Ora però, sapendo che la caccia alle foche in realtà è fittizia, se i link su Facebook funzionassero davvero in questo modo, ad essere danneggiata sarebbe la losca catena d'affari foche-bracconieri-stilisti.
In questo modo, senza saperlo, sconfiggeremo un sistema illegale che si nutre dei nostri soldi. In questo modo credendo di salvare le foche danneggeremmo invece i loro affari, e però se lo meriterebbero visto che ci stanno prendendo per il culo a nostra insaputa.
Il problema è che ferendo un bracconiere con un link, feriamo anche il conto in banca della foca alle Cayman, e anche gli stilisti italiani che fanno affari con foche e bracconieri. Pertanto danneggiamo la moda, un settore fondamentale per la già traballante economia italiana. Ed essendo noi italiani lo prendiamo nel culo a nostra volta.
Quindi combattendo il male credendo che in realtà sia il bene, facendogli del male pensando di fargli del bene, finiamo per fare del male a noi stessi cui vogliamo più bene che a chiunque altro.
È dunque il caso di farci del male solo per sentirci in pace con noi stessi nel secondo in cui clicchiamo su "Condividi"?

Pensateci bene, prima di condividere link o firmare petizioni su Facebook contro la caccia alle foche.

Nessun commento:

Posta un commento