giovedì 7 aprile 2011

La avverto, non è la corazzata Potëmkin!

  • “Cazzo, speriamo non succeda anche oggi”
    Lo ripeteva nella sua mente come un mantra nel frattempo che si incamminava verso la piazza con passo lento, quasi di soppiatto, come se un simile andamento potesse renderlo invisibile nel mentre che si avvicinava all’arco.
    Ma se il corpo si muoveva tanto lentamente, il suo pensiero invece correva rapido e inarrestabile immedesimandolo in un bandito che si avvicinava furtivo verso l’ingresso della cittadella, cercando di non svegliare il feroce guardiano che si era appisolato durante la sua veglia. Il guardiano poteva essere qualsiasi cosa: un templare, un goblin, un drago…prendeva la forma di qualsiasi cosa tanto che il suo pensiero andava veloce. Ma il guardiano fu ancora più svelto nel destarsi accorgendosi del suo arrivo e bruciando ogni speranza di passare inosservato.
    “Guarda chi c’è, Cloretta! Il nipote della Dema!”
    “Cazzo, anche oggi!” fu il commento tra sé e sè di Cosimo, tredici anni, appena divorato dai becchi sdentate delle arpie messa a guardia dell’entrata della cittadella.
    “Guardate che giovinottone è diventato, eh! Quanti anni hai?”
    “Tredici”
    “Ah, ormai tu sei un uomo! Ti ricordi Cloretta quando era piccino?”
    “Bah me lo ricordo sì, Bruna, mica sono rincoglionita ancora! Ma non è passato anche prima con la motocicletta?”
    “No, quello era mio fratello…” rispose Cosimo con occhi e piedi puntati verso la piazza, sua prossima meta.
    “Ah già, anche lui ormai è un uomo! Quanti anni ha? Come te più o meno, no?”
    “Sei più di me, diciannove” disse coi talloni sollevati da terra, nella speranza che anche le punte potessero seguire l’esempio.
    “Oh mamma, come passa il tempo!”
    “Bah Bruna, loro crescono e noi si invecchia!”
    “Eh, ci tocca”
    “Ce l’hai la ragazzina?”
    “No”. E intanto batteva i piedi a terra sempre puntando la piazza, sperando di divincolarsi dalla morsa delle due arpie.
    “O che aspetti a trovare la ragazzina?”
    “Via Bruna! È giovane, ne ha ancora di tempo! Mica noi che tra poco si finisce sottoterra!”
    “Eh, ci tocca…O che ti scappa la pipì, bimbo?”
    Cosimo accelerò il suo scalpitio frenetico e colse la palla la balzo.
    “Sì, sì! Mi scappa!”
    “O che non la tieni già alla tua età? Alla nostra che fai?”
    “Via Bruna, fallo andare! Se gli scappa!”
    “Ecco, sì, arrivederci!”
    E si avviò verso la piazza di corsa, finalmente libero dal giogo delle due vecchie streghe. “Ogni volta è la stessa storia!” pensava tra sé e sé Cosimo, e poi si domandava come mai si ostinasse a continuare a passare da quella entrata per recarsi in piazza quando poteva sfruttare la strada sterrata che portava all’entrata opposta. Avrebbe allungato la strada, ma almeno non avrebbe dovuto incombere tra le grinfie delle anziane signore che passavano i pomeriggi sulla panchina affiancata all’arcata che portava alla piazza.
    E poi ancora si chiedeva il motivo per cui non le mandava semplicemente all’inferno come fece una volta Cristiano, un amico di suo fratello. Da allora le vecchie non si permisero mai più di spiccicargli parola di persona, compensando ciò lanciandogli anatemi ogni volta che lo vedevano passare sul suo scooter.
    Quell’impresa così sfacciata e maleducata valse a Cristiano il rispetto a vita della gioventù del paese, rendendolo quasi una leggenda.
    Anche Cosimo sarebbe divenuto popolare se avesse avuto il coraggio di rispondere tanto sgarbatamente a quelle streghe, se nono fosse stato per quell’impulso che lo frenava ed era da identificarsi nella buona educazione ricevuta da sua nonna, tra l’altro frequentatrice di quel trespolo di avvoltoi.
    “Ma ogni volta devono chiedermi le solite cose? E perché mi scambiano sempre per mio fratello?” si domandava Cosimo proseguendo lungo la piazza.

1 commento:

  1. Il passato che torna con Zuckerberg.
    Questo abbozzo (o trabozzo) è il primo capitolo di un romanzo che non è mai stato scritto da me medesimo.
    Mi ero costruito un'idea dal nulla, ma poi la voglia di proseguirla mi è mancata, come per ogni cosa che faccio. Per fortuna o purtroppo? Boh.
    È riaffiorata all'improvviso in chat su Facebook, grazie alla nuova magia di Mark Zuckerberg che ha reso il sistema di chat del suo social network assai simile ad MSN (Facebook Live Messenger chiamiamolo, via) e come per magia è tornato fuori questo lungo post che avevo incollato lo scorso 21 maggio, quindi quasi un anno fa, ad un mio amico.
    Non è male vedere fuori roba dimenticata sbucare fuori così all'improvviso tanto da farti esclamare "e questo che cazzo è?!?", tanto da rendermi quasi tollerante a questo nuovo potere di controllo delle nostre menti adoperato da Facebook, nella sua corsa al potere che lo sta trasformando nel WEB, e successivamente nel MONDO.
    Chissà che non sbuchi fuori qualche altro mio aborto...

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