domenica 19 dicembre 2010

Storie crudeli (il drago sulla draga)



Ci vuole una bella revisione nel mondo delle fiabe.
Questa frase iniziale fa subito immaginare che il sottoscritto adesso partirà per uno dei suoi soliti trip mentali con bestie fantasiose, cristi e madonne (che poi sono la stessa cosa). E invece no, sto per scrivere qualcosa di più terreno, e sono serio quando scrivo che le fiabe che raccontiamo ai bambini devono essere tutte revisionate.
Non dico di prendere libri e bruciarli come in Fahrenheit 451 (anche se ormai in questo paese siamo vicini a questi livelli) ma quantomeno di non raccontarli ai nostri figli, magari accantonare queste belle fiabe e lasciare che le scoprano da soli una volta adolescenti, giusto per cultura personale.
Il motivo è semplice: danno ad un bambino una percezione errata della realtà.
E qui mi si può puntare il dito contro, dire che io sono un cretino che vuole privare i bambini della loro libertà di sognare, che i bambini li mangio a merenda. Tutte cazzate. Li mangio solo a colazione.
Ma, battute idiote a parte, io i bambini non li voglio privare di niente: credo solo che le fiabe ormai tramandate da secoli siano oltre che antiquate pure fuorvianti.
È il caso di raccontare ai nostri figli storie con protagoniste fanciulle ingenue perennemente in balia degli eventi e vittime delle angherie di donne malvagie ma assai più risolute di loro? Giovani ragazze il cui unico scopo esistenziale è l'arrivo del principe azzurro che le trarrà in salvo affinchè possano vivere per sempre felici e contenti?
 Cosa possono apprendere le future donne da simili storie? Ed i futuri uomini?
Le fiabe sono sessiste, ed è ovvio che sia così: ce le tramandiamo da secoli come dogmi, ma la parità di sessi  è un tema trattato solo negli ultimi tempi.
Di fatto raccontando queste fiabe porgiamo al figlio maschio la clava  con la quale colpire la femmina per poi portarla nella caverna trascinandola per i capelli.
Ma i tempi cambiano, e con essi cambia anche la società e le sue leggi.
Il matrimonio riparatore in Italia è esistito fino al 1981, soltanto fino a 29 anni fa un uomo poteva violentare una donna e "pevitare il processo o al fine di far cessare la pena detentiva inflitta, poteva offrire alla ragazza il matrimonio riparatore facendo così cessare ogni effetto penale e sociale del suo delitto" (cit. Wikipedia ed il mio amico Jimmy Wales, che continua a fissarmi supplicante).
Non sono passati nemmeno 30 anni, cazzo!
La tradizione è una gran bella cosa, ma non può instaurarsi come dogma immutabile. Ogni riferimento a fatti, cose, persone, RELIGIONI, non è affatto casuale.
E allora è il caso di adeguare il tutto ai tempi moderni, tenendo conto che muterà anche la nostra attuale società chiaramente, ma cerchiamo di introdurre i nostri bambini nella società moderna della quale saranno i protagonisti tramite racconti che, seppur di fantasia, rispecchiano la realtà attuale.
"Ma i draghi ci saranno?"
Certo , tutti quelli che vuoi.
Anche se...
Forse le fiabe necessitano anche di una nuova ambientazione.
Sono tutte ambientate nel medioevo, con dame, cavalieri, maghi...
"E i draghi?"
Sì, sì, anche i draghi. Ma il problema forse sta proprio nell'era in cui si svolgono queste avventure: il medioevo è stato l'era più buia dell'intera umanità. Ha preso vita dalle ceneri dell'impero romano ed è stata un'era priva di innovazioni, in cui la civiltà non riusciva ad organizzarsi per una ripresa fino al Rinascimento. È il caso di far volare i bambini indietro nel tempo riportandoli in un'epoca così oscura? E se finissero per rimpiangere un simile orrore solo per il fatto che gli raccontiamo che all'epoca c'erano i draghi?
"È vero! C'erano i draghi! Viva il Medioevo!"
Proprio a questo mi riferivo.
Le fiabe sono una palla di piombo che ci portiamo dietro da tempo e applichiamo anche alle caviglie dei nostri figli.
Dobbiamo creare nuove storie e salvare il salvabile di quelle vecchie.
Le favole di Esopo ad esempio, quelle sono fighe!
"Ma vaffancuore! Non hanno draghi!"
No, ma hanno come protagonisti animali che impersonano (mentre noi siamo persone che imanimalano) alla perfezione i nostri pregi e difetti. Queste sono storie!
Io m'incazzo quando sento dire che la musica non deve trattare la politica. Io ti mollo un pugno in faccia se mi dici una cosa del genere!
L'arte è nata per raccontare la società sua contemporanea e per denunciarne i crimini e le incoerenze. Esopo era uno schiavo che raccontava favole ad altri schiavi per sbeffeggiare i padroni che avevano imposto loro le catene.  La parola era l'unico mezzo di ribellione. Esopo faceva satira!
Le favole meritano di essere tramandate, perchè utilizzando immagini fantasiose raccontano qualcosa che non è mai cambiato: l'atteggiamento dell'essere umano.
"Ma i dr..."
Hai rotto il cazzo con questi draghi!!!

E adesso sappiamo cosa di appartenente al passato tramandare ai nostri bambini, ma...nel presente?
Forse è il caso di collaborare con loro nella creazione di storie nuove.
I bambini non conoscono ancora il mondo, sono essere incompleti dal punto di vista della conoscenza di ciò che è reale, ma recuperano il tutto con la fantasia. Qualcosa che invece siamo noi ad aver perso, in questo siamo noi adulti gli incompleti.
E allora sì, è il caso di venirsi incontro tra generazioni di modo di poter collaborare l'un l'altro.
Il tutto evitando di invadere la libertà dell'infante, è chiaro.
Il gioco è libertà, concediamolo e concediamocelo.


"Che merda, un post sulle fiabe senza neanche un drago!"


Nessun commento:

Posta un commento